Joan Isaac

Una supplica marina


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Per i moli dell’attesa costruiti col pensiero
e i pontili della resa demoliti per davvero
con leggi e capitolati insegnati l’altroieri
ad architetti sgozzati sull’ara degli ingegneri,

e per quei gerani rossi crocefissi ai balconi
e i fiori oscuri affissi a notturne sensazioni
quando labbra e rossetti non rinunciano all’addio
e ai poeti maledetti non rimane che l’oblio.

Signori, se ci toglierai la colpa non lasciarci la vergogna,
non lasciarcela, Signore,
ma, se resta la vergogna, allontanaci il dolore.


E per quel nodo nascosto e sconosciuto ai marinai,
per quelle barche d'agosto che non salperanno mai,
per quel riccio troppo grande che t'infilzi nelle mani
e la burrasca di domande sui naufragi quotidiani.

Per il porto senza uscita sull'oceano che hai di fronte
e per la vela smarrita che ogni notte è più distante
sulla rotta sottovento dell'inganno e dell'azzardo
per quei figli sempre accanto e abbracciati con lo sguardo.

Per ogni luna finita nell’indugio dell’assenzio
e per l’anima ferita dall’oltraggio del silenzio.


Autor(es): Sergio Secondiano Sacchi, Joan Isaac